SMASCHERATO: Capello si espone shockatamente sulla crisi dell’Italia e su Spalletti, e i report confermano che tutto ciò che ha detto è vero, concludendo che…


⚠️ Il momento clou: Capello entra in scena

Fabio Capello non ha mai avuto problemi a parlare chiaro, ma quello che ha detto nelle ultime ore sulla Nazionale italiana ha generato un vero e proprio terremoto mediatico. Gli ultimi report confermano che ogni sua parola corrispondeva alla realtà dei fatti, persino nei dettagli più scomodi .


  1. “Vergogna dopo la Norvegia”: un giudizio senza filtri

Capello ha esternato tutto il suo disappunto dopo la sonora sconfitta per 3‑0 con la Norvegia, ribadendo:

“Mi ero vergognato dopo quella partita” .

Il tono era netto: non è stato un semplice scivolone, ma l’ennesimo campanello d’allarme su una crisi strutturale.


  1. La richiesta shock: Spalletti deve dimettersi

Capello non le ha mandata a dire. In nome di una cultura calcistica oramai dimenticata in Italia, ha rilanciato una vecchia regola non scritta:

“Una volta, se facevi male in grandi competizioni, andavi a casa. Adesso invece nessuno si dimette più” .

Secondo lui, se la Nazionale non reagisce Spalletti dovrebbe prendere atto della situazione e lasciare la guida.


  1. Attacco agli azzurri: “Acerbi e Calafiori, una delusione”

La critica di Capello non si limita alla panchina. Ha attaccato duramente anche i giocatori:

Acerbi, per aver rifiutato la convocazione:

“Un giocatore non può rifiutare la maglia azzurra. È un segnale di scarso senso di appartenenza” .

Calafiori, escluso per assenza di forma o aderenza tattica, secondo Capello una scelta incomprensibile .


  1. Conferma dai report: la spazzatura non ha copertura

Tutti i media hanno raccolto e riportato le parole di Capello e lo stesso Spalletti, durante una conferenza diventata virale, ha interrotto bruscamente la sua esposizione dopo l’annuncio del suo esonero, confermando implicitamente clima di tensione e veridicità dei commenti degli ex colleghi .


  1. Tornare alle radici: l’ultimo assioma di Capello

Per superare la crisi, Capello lancia una proposta drastica:

“Obbligare le squadre di Serie A a schierare almeno tre italiani titolari.”

Un’idea forte, che punta a risvegliare quella identità nazionale che – secondo lui – si è definitivamente persa nel tempo .


  1. Che cosa cambia davvero?

Panchina: l’ipotesi Spalletti in bilico fino a martedì, quando Gravina si riunirà con il CT prima o dopo la Moldova .

FIGC: nonostante tutto, Gravina gode ancora del sostegno unanime del consiglio federale (quasi 99%), e difficilmente darà spazio a dimissioni .

Sistema calcio: il dibattito si sposta su vivai, senso di appartenenza e ritorno a regole rigide per difendere l’italianità nel campionato.


✅ La conclusione: cosa significa davvero questo “smacco”

Secondo Capello – e secondo quanto confermato dai report – siamo davanti a una situazione critica:

una sconfitta umiliante, una gestione della Nazionale che annebbia la cultura calcistica italiana, una panchina forse irriconoscibile, una responsabilità sparsa che va dal CT alla federazione, passando per club e ragazzi.

E la volontà, anche radicale, di tornare a modelli che difendano identità e competitività.


🔚 In sintesi

Capello non ha usato mezzi termini: crisi, senso di colpa, richieste forti.

I media confermano parola per parola, senza smentite dal campo.

La palla ora passa alla FIGC e allo stesso Spalletti: tra resistenze e possibili rivoluzioni, il futuro della Nazionale appare davvero incerto.

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