
⚠️ Il momento clou: Capello entra in scena
Fabio Capello non ha mai avuto problemi a parlare chiaro, ma quello che ha detto nelle ultime ore sulla Nazionale italiana ha generato un vero e proprio terremoto mediatico. Gli ultimi report confermano che ogni sua parola corrispondeva alla realtà dei fatti, persino nei dettagli più scomodi .
- “Vergogna dopo la Norvegia”: un giudizio senza filtri
Capello ha esternato tutto il suo disappunto dopo la sonora sconfitta per 3‑0 con la Norvegia, ribadendo:
“Mi ero vergognato dopo quella partita” .
Il tono era netto: non è stato un semplice scivolone, ma l’ennesimo campanello d’allarme su una crisi strutturale.
- La richiesta shock: Spalletti deve dimettersi
Capello non le ha mandata a dire. In nome di una cultura calcistica oramai dimenticata in Italia, ha rilanciato una vecchia regola non scritta:
“Una volta, se facevi male in grandi competizioni, andavi a casa. Adesso invece nessuno si dimette più” .
Secondo lui, se la Nazionale non reagisce Spalletti dovrebbe prendere atto della situazione e lasciare la guida.
- Attacco agli azzurri: “Acerbi e Calafiori, una delusione”
La critica di Capello non si limita alla panchina. Ha attaccato duramente anche i giocatori:
Acerbi, per aver rifiutato la convocazione:
“Un giocatore non può rifiutare la maglia azzurra. È un segnale di scarso senso di appartenenza” .
Calafiori, escluso per assenza di forma o aderenza tattica, secondo Capello una scelta incomprensibile .
- Conferma dai report: la spazzatura non ha copertura
Tutti i media hanno raccolto e riportato le parole di Capello e lo stesso Spalletti, durante una conferenza diventata virale, ha interrotto bruscamente la sua esposizione dopo l’annuncio del suo esonero, confermando implicitamente clima di tensione e veridicità dei commenti degli ex colleghi .
- Tornare alle radici: l’ultimo assioma di Capello
Per superare la crisi, Capello lancia una proposta drastica:
“Obbligare le squadre di Serie A a schierare almeno tre italiani titolari.”
Un’idea forte, che punta a risvegliare quella identità nazionale che – secondo lui – si è definitivamente persa nel tempo .
- Che cosa cambia davvero?
Panchina: l’ipotesi Spalletti in bilico fino a martedì, quando Gravina si riunirà con il CT prima o dopo la Moldova .
FIGC: nonostante tutto, Gravina gode ancora del sostegno unanime del consiglio federale (quasi 99%), e difficilmente darà spazio a dimissioni .
Sistema calcio: il dibattito si sposta su vivai, senso di appartenenza e ritorno a regole rigide per difendere l’italianità nel campionato.
✅ La conclusione: cosa significa davvero questo “smacco”
Secondo Capello – e secondo quanto confermato dai report – siamo davanti a una situazione critica:
una sconfitta umiliante, una gestione della Nazionale che annebbia la cultura calcistica italiana, una panchina forse irriconoscibile, una responsabilità sparsa che va dal CT alla federazione, passando per club e ragazzi.
E la volontà, anche radicale, di tornare a modelli che difendano identità e competitività.
🔚 In sintesi
Capello non ha usato mezzi termini: crisi, senso di colpa, richieste forti.
I media confermano parola per parola, senza smentite dal campo.
La palla ora passa alla FIGC e allo stesso Spalletti: tra resistenze e possibili rivoluzioni, il futuro della Nazionale appare davvero incerto.
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